Da sempre l’arte ha ispirato la moda e da sempre troviamo la moda nell’arte, numerose tele sono la testimonianza di come la moda si è evoluta con il trascorrere dei secoli, basti pensare ai dipinti di Velazquez dove la resa dei tessuti, i particolari degli abiti e dei gioielli fanno deisuoi ritratti delle vere opere d’arte.
Per la nostra seconda tappa nella Maison Dior e dintorni, vorrei partire da una frase: ” Non dobbiamo mai confondere l’eleganza con l’essere snob” e ricordare colui che non si è lasciato intimorire dall’eredità del grande maestro: Yves Saint Laurent!
Le mostre e le esposizioni a Parigi sono sempre numerose, una tra queste sicuramente degne di nota è stata la retrospettiva dedicata al fashion designer belga Martin Margiela, allestita al Musée de la mode Palais Galliena, dove si è ripercorsa la carriera dello stilista a partire dalla sua collezione spring-summer 1989 alla collezione spring-summer 2000.
Con la luce e il colore intraprendiamo non solo un viaggio nell’impressionismo, esperienza delle arti figurative più feconda e di moda del XIX secolo, che tra mille difficoltà segnerà la propria data di nascita nel 1874, a opera di un piccolo gruppo di artisti.
In un precedente articolo vi ho raccontato di Twiggy e di come negli anni ’60 sia diventata una delle prime top model. Parlando di moda e di modelle, non ci si può dimenticare di un’altra icona delle passerelle e delle copertine di quegli anni: Veruschka. Gli stilisti, oltre a Twiggy, facevano a gara per fare indossare a lei i loro abiti. E, come Twiggy, anche Veruschka diventerà un leggenda!
Facciamo un salto negli anni’60 e ’70, vi ricordate quali erano le modelle più famose, quelle che a loro modo diventarono icone di uno stile e segnarono un’epoca con il loro modo rivoluzionario di indossare gli abiti e di truccarsi?
Nell’ultimo articolo dedicato alla “La moda femminile è futurista” la protagonista sarà Chanel, all’anagrafe Gabrielle Bonheur Chanel. Tutti conosciamo Madame Coco, soprannome datole quando faceva la ballerina, e tutti hanno scritto di lei…
Nella prima parte di “La moda femminile è sempre stata futurista” con Madeleine Vionnet, vi ho dato un’idea di come e quanto le avanguardie dei primi del ‘900 fossero legate alla moda e viceversa...
“La moda femminile è stata sempre più o meno futurista. Moda equivalente del Futurismo. Velocità, novità, coraggio della creazione”, si leggeva così nel Manifesto della moda femminile futurista, scritto da Volt alias Vincenzo Fani, nel 1920.