Gli articoli di Atelier Carenzio
Twiggy!
Facciamo un salto negli anni’60 e ’70, vi ricordate quali erano le modelle più famose, quelle che a loro modo diventarono icone di uno stile e segnarono un’epoca con il loro modo rivoluzionario di indossare gli abiti e di truccarsi?
Mi riferisco, ad esempio, a Leasley Hornby, classe 1949, probabilmente questo nome non vi dirà molto ma scommetto che se vi dicessi Twiggy, molti di voi si ricorderebbero della modella che è diventata il simbolo di un’epoca rivoluzionaria in termini di stile. Legando per altro la propria immagine a uno dei capi che hanno cambiato la storia della moda: la minigonna!
Negli anni della Swinging London,  Leasley Hornby, diventa il nuovo volto della moda, famosa da lì a poco in tutto il mondo con il nome di Twiggy, ovvero stecchino, in riferimento alla sua magrezza adolescenziale. Questi sono gli anni in cui Londra diventa il centro di una serie di dinamiche culturali che vedono i giovani orientarsi verso tutto ciò che è nuovo e moderno, a partire dalla musica con i Beatles e i Rolling Stones, giungendo alla moda con la minigonna. Negli anni ’60 le boutique diventano il centro di aggregazione dei giovani, due di queste diverranno un punto di riferimento per i più modaioli: il Bazar di Mary Quant, che apre i battenti nel 1958, e Biba di Barbara Hulanicki.  Lo shopping diventa uno strumento di riconoscimento sociale, una sorta di carta di identità per i giovani londinesi, che li identifica come appartenenti a un gruppo sociale. L’abbigliamento diviene lo specchio di uno stile di vita, nascono numerosi gruppi che esprimono le diverse facce di una società, quella inglese in particolare, in via di cambiamento: i beatnik, i teddy boys, i mods, gli hippy e i punk. Nel pieno di questa rivoluzione culturale Mary Quant, decide di aprire in Kings Road, la boutique Bazar, il cui marchio diventa una margherita. Mary Quant propone uno stile semplice ma molto colorato, in netto contrasto con la moda in voga al tempo. La sua moda è rivolta ad un ideale preciso di donna: esile e giovanissima, Twiggy incarnerà perfettamente questo mood!
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Scoperta all’età di sedici anni, la sua vita cambierà radicalmente, passando da giovane parrucchiera di provincia a star planetaria e Mary Quant la vorrà per il lancio della minigonna. Il binomio Twiggy/minigonna fu indubbiamente vincente, le lunghe e magrissime gambe della modella inglese valorizzarono il capo di abbigliamento che rese famosa Mary Quant e da parte sua la minigonna servì a connotare Twiggy come icona degli anni ’60.
Il modello Twiggy, minigonna e skinny rib, la maglia aderente a costine che fascia la parte superiore del corpo, diventa un outfit da copiare a livello mondiale. Contrariamente a quanto si pensi la minigonna non aveva nulla a che vedere con la rivoluzione sessuale, incarnava semplicemente la volontà dei giovani di porre un netto distacco tra loro e la generazione dei loro genitori, rifiutandosi di diventare come loro. Improvvisamente gli abiti enormi, le gonne lunghe e le crinoline, vengono abolite deal guardaroba e si indossano gonne corte, collant e body colorati. Solo in seguito la minigonna verrà associata all’emancipazione femminile e alla rivoluzione sessuale.
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Twiggy corrispondeva perfettamente e incarnava le caratteristiche della nuova generazione: aspetto androgino, quasi infantile, gambe lunghe e, pur non essendo aggraziata, diventa una delle prime modelle note al grande pubblico per giunta strapagate: 180 dollari al giorno nel 1966 erano davvero molti soldi! Con lei nasce il modello della “donna grissino”, ben lontana comunque dagli eccessi delle modelle anoressiche che qualche anno più tardi sfileranno sulle passerelle. Questo nuovo modello femminile sembra piacere agli stilisti di tutto il mondo e Twiggy apparirà su tutte le copertine delle riviste di moda, da Seventeen, Journal a Vogue, per citarne solo alcune.

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La figura femminile si assottiglia,  i capelli si tingono di biondo, quasi a diventare tutte svedesi e gli occhi diventano enormi grazie a numerosissime pennellate di mascara! Twiggy affascina sicuramente per la sua figura filiforme, per i suoi grandi occhi azzurri e le lunghe ciglia, ovviamente finte, diventando così la top model degli anni ’60.

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Diventa il nuovo modello con cui le donne del decennio ’60 si devono confrontare, lontanissima dalle misure 90-60-90 delle maggiorate nostrane, anzi ormai le forme sembrano quasi una caratteristica imbarazzante.

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Sono numerosi i fotografi del calibro di Cecil Beaton, Richard Avedon e Steven Maisel che vogliono immortalare Twiggy nelle loro pellicole.

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Twiggy fotografata da Richard Avedon

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Twiggy fotografata da Steven Meisel

La carriera di modella non durerà molto per Twiggy: agli inizi degli anni ’70 amplierà i propri orizzonti, cimentandosi sia come cantante e sia come attrice: apparirà infatti anche nel film cult The Blues Brothers. Nel 1973 appare sulla copertina dell’album Pin Up di David Bowie.

David Bowie - Pin Up

Che fine ha fatto oggi Twiggy? È una signora inglese di mezza età che in qualche modo è rimasta legata al mondo della moda occupandosi di alcuni brand più o meno famosi. A noi fashion victimdi oggi e di altri tempi piace comunque ricordarla nei suoi abiti psichedelici e con gli occhi bistratti dal trucco!

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