Gli articoli di Atelier Carenzio
Il vampiro di Montparnasse
Non pensate a Parigi solo come alla Ville Lumière che affascina con le sue mille luci, i boulevards romantici, le vie dello shopping di lusso e i suoi numerosi musei...

Non pensate a Parigi solo come alla  Ville Lumière che affascina con le sue mille  luci, i boulevards romantici, le vie dello shopping di lusso ed i suoi numerosi musei, migliaia di turisti che ogni anno, in ogni stagione si riversano nella capitale francese per trascorrere un week-end all’insegna del romanticismo o per sentirsi parigini almeno per qualche giorno.
Parigi nasconde segreti, ha zone d’ombre, misteri e scheletri nascosti che terrorizzano più di qualsiasi altra città. La cronaca di Parigi, in modo particolare durante il XIX secolo, è degna dei più inquietanti romanzi in stile gotico. Se siete degli amanti del genere e non temete le atmosfere cupe, oserei dire cimiteriali, ma al contrario non vedete l’ora di impossessarvi dei segreti più remoti e degradanti di Parigi, allora vi consiglio di fare un giro nel cimitero di Montparnasse. Qui gli animi più sensibili o suggestionabili, camminando per i viali e aggirandosi tra le tombe, sentiranno aleggiare intorno a loro, echi di crimini raccapriccianti, storie spaventose e corpi profanati in un tempo passato che forse ancora oggi cercano pace.
Il quartiere di Montparnasse è situato nel XIV arrondissement, sulla riva sinistra della Senna, all’incrocio tra Boulevard du Montparnasse e Boulevard Raspail. Negli anni ’20 del XX secolo, Montparnasse divenne il quartier generale della vita artistica di Parigi, Picasso fu il primo a trasferirsi da queste parti e nell’arco di pochi anni il quartiere accolse Sautine, Modigliani, Matisse, Max Jacobs, Marcel Duchamps, Andrè Breton, Salvador Dalì, Joan Mirò e una nutrita comunità di scrittori tra cui: Hemingway, Ezra Pound, Herry Miller, Francis Scott Fitzgerald, solo per citarne alcuni.
Questo divenne il quartiere dei cabaret e dei caffè che, nei primi anni del ‘900, erano affollati di artisti e intellettuali.
Ancora oggi, seppur l’atmosfera e i discorsi non siano più gli stessi, ci si può sedere a un tavolino del Dome, la Cupole o la Rotonde per un caffè, ricordando il tempo che fu.

Ma noi facciamo un salto ancora più indietro nel tempo, sino ad arrivare nella prima metà del XIX secolo, nel XIV arrondissement si trova uno dei cimiteri più famosi di Parigi insieme a quello di Père Lachaise, fama dovuta, per entrambe, alle sepolture di personaggi famosi che hanno reso questi cimiteri veri e propri luoghi di culto turistico e pellegrinaggio di fans di musicisti, scrittori e di artisti che qui riposano, più o meno, in pace.
Al numero 3 di Boulevard Edgard Quinet, si trova il cimitero di Montparnasse.
In origine qui venivano sepolti i poveri e coloro che morivano negli ospedali e dei quali nessuno reclamava la salma: la prima inumazione si ebbe il 25 luglio del 1824.
Proprio nel luogo in cui, con il passare del tempo, verranno sepolti personaggi del calibro di Baudelaire, Jean-Paul Sartre, Simonne de Beauvoir, Guy de Maupassant, Serge Gainsbourg e Philipe Noiret, si verificarono episodi agghiaccianti di cronaca nera.
Il fascino di questo luogo è  indiscutibile e chi, durante una passeggiata pomeridiana magari riscaldati da un pallido sole autunnale, non si abbandonerebbe a echi di epoche passate, a un periodo romantico e preraffaellita, fatto di poesia, sculture art nouveax e richiami della  Belle Epoque? Pensate però a come l’atmosfera può cambiare appena scendono le prime luci della sera, quando il crepuscolo proietta le sue ombre sulle lapidi e sulle statue funerarie che diventano improvvisamente le guardiane di questi luoghi. Quando il vento inizia a farsi gelido e la presenza dei vivi lascia spazio aNel 1849, sui giornali parigini, appare una storia, e posso rassicurare gli amanti del brivido, non ha nulla di inventato ma al contrario è tragicamente vera. Dicevo, una storia che riempì di sgomento ed orrore i parigini, più avvezzi ai lustrini e alle luci dei cabaret e dei teatri che alle penombre dei cimiteri. Quella che vi sto per raccontare passò alla storia delle cronache come la vicenda del “Vampiro di Montparnasse”! un altro mondo, fatto di presenze a noi impercettibili e silenzi inquietanti.

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Nel 1849, sui giornali parigini, apparve una storia, che posso rassicurare gli amanti del brivido non ha nulla di inventato ma al contrario è tragicamente vera, riempì di sgomento edorrore i parigini, più avvezzi ai lustrini e alle luci dei cabaret e dei teatri che alle penombre dei cimiteri.
Quella che vi sto per raccontare passò alla storia delle cronache come la vicenda del “Vampiro di Montparnasse”!

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Qualora si fosse trattata di finzione o di una pièce teatrale, ci saremmo trovati comodamente seduti ad assistere a uno dei tanti spettacoli messi in scena al teatro Grand Guignol, che aprì i battenti a Parigi nel 1897, famoso per mischiare alle sue commedie elementi di puro gusto splatter, con litri di sangue, mutilazioni, deformità e chi più ne ha, di questo genere, ne metta.

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In quel periodo Parigi sembrava essere colta da un interesse morboso, forse perché reduce dalla fascinazione macabra della ghigliottina e dalle decapitazioni, per i racconti horror, sempre più diffusi dalla letteratura gotica. Affascinati dagli stati mentali alterati, dalla follia e dal soprannaturale, i parigini sembrano provare quasi un brivido di terrore misto a piacere nel leggere episodi di cronaca legati a vampirismo, cannibalismo e necrofilia.
In piena ondata romantica, la parte più recondita, l’anima nera di Parigi non tarda ad accontentare chi ha il gusto dell’orrido e vi assicuro non si tratterà di finzione scenica.
Francis Bertrand, comparirà alla ribalta delle cronache nel 1849, ma già la sua adolescenza di ragazzo schivo, con il macabro passatempo che lo porta  a catturare poveri animali per poi mutilarli, unita a un'estrema timidezza, in particolare nei confronti delle ragazze, ha un non so che di profondamente inquietante. Crescendo Francis, frequenta l’accademia militare sino ad arrivare a ottenere il grado di sergente ma il gusto per la morte e il sadismo, diventano per lui una vera e propria attitudine. Da questo momento in poi il sergente Bertrand, passerà alla storia come il Vampiro di Montparnasse.
Con il passare degli anni le turbe psichiche di Bertrand crebbero e il passo dal mutilare animali di taglia sempre più grande a riversare il suo disagio sui corpi, solitamente di donne, fu molto breve.

Le sue vittime, seppur già morte, erano i cadaveri di giovani donne delle quali arrivava anche a innamorarsene, per poi berne il sangue e successivamente fare scempio dei loro corpi e disperdere i loro resti per l’intero cimitero. Questo macabro cerimoniale era solito ripetersi quasi ogni notte, dando spesso la preferenza al cimitero di Montparnasse, dopo che il Vampiro si era informato sul luogo esatto di sepoltura  delle giovani a cui era particolarmente interessato. Il volto di questo incubo si concretizzò solo nel 1849, quando la polizia, dopo numerosi appostamenti notturni presso il cimitero, riuscì ad arrestare  Bertrand e condurlo dinnanzi all’alto tribunale militare, difronte al quale, tra lo stupore e il disgusto generale, fu etichettato come mostro, accusato di mutilazione di cadaveri e vampirismo.
Ciò che inquietò maggiormente l’opinione pubblica fu che Bertrand era noto a tutti come soldato modello e irreprensibile negli ambienti militari e per giunta era un ex-seminarista. Al Vampiro di Montparnasse, nonestante le atrocità dai lui commesse, non fu mai imputato nessun capo d’accusa per reati o violenze ai danni di persone viventi, per questo la condanna emessa dalla corte, tra lo stupore generale, fu solo di un anno di carcere, contrariamente all’internamento in una clinica psichiatrica come richiesto dai medici che seguirono il caso.

Dopo aver scontato, da detenuto modello, la pena in carcere, il sergente Bertrand pose fine alla sua vita suicidandosi all’età di venticinque anni.
Il Vampiro di Montparnasse fu sicuramente il primo caso di necrofilia e più precisamente di necrofagia, storicamente attestato. Come scrisse il dr. Claude Francois Medichéa:” Il Vampiro di Montparnasse era un vampiro inverso, ovvero un essere vivente che si nutriva di cadaveri”.
Il dr. Felix Jacquot, sulla base di questa esperienza, scrisse che il confine tra sanità e patologia mentale è assai arduo da definire!
Non solo Parigi ma l’intera Francia dell’epoca fu sconvolta da questo caso di pseudo-vampirismo, ritenuto dalla letteratura medica uno dei più inquietanti della storia.

A questo punto siete pronti per ammirare la Ville Lumière al calar del sole?
Di notte su Parigi cala una luce particolare, fatta di situazioni e luoghi eccitanti e intriganti ma non date troppa confidenza agli sconosciuti!

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